Oggi mi segno un elenco a punti, sintetizzato durante i primi mesi di dottorato, a cui cerco di rispondere ogni volta che mi approccio a qualcosa di nuovo.

  1. Ho capito cosa devo fare? Riesco a spiegarlo in poche parole?
  2. Quando sono ferrato in questa cosa? Ho le competenze o una visione, almeno approssimativa, ma completa?
  3. Se ho in mano un oggetto o uno strumento, lo conosco? Come funziona? Come si danneggia? Come può farmi male? Come lo pulisco o lo ripongo dopo averlo usato?
  4. Prima di fare qualcosa di nuovo, c’è un tutorial “già digerito” che mi spiega come fare?
  5. Riesco a schematizzare un piano d’azione sulla carta, basandomi su teoria o cataloghi?
  6. Non posso avere tutto sotto controllo con la teoria: sono sperimentale, negli approcci nuovi la teoria è il prim’ordine di quel che si fa. Basta non andare a casaccio empirici.
  7. Che insidie o imprevisti possono sorgere durante il lavoro? Posso prevederli?
  8. Prima di comunicare un risultato, ri-esegui almeno due volte tutta la procedura con cui è stato ottenuto, per evitare bias da “storico”.